In termini medici la scoliosi è meglio conosciuta come una deviazione laterale della colonna vertebrale. Il termine scoliosi viene dal Greco “skoliōsis” che significa curvo, storto. Le cause possono essere alle volte determinate, come compensative conseguente ad un trauma, come malformazioni congenite, malattie neuropatiche o miopatiche come la paralisi cerebrale, la distrofia muscolare, la poliomielite, e l’atrofia muscolo-spinale, come forma di spondilosi degenerativa, o scoliosi associate ad altre malattie come la sindrome di Marfan, la neurofibromatosi e la sindrome di Down. Purtroppo nella maggior parte dei casi non è possibile determinare l’eziologia primaria e la scoliosi viene classificata come idiopatica.
La forma più comune di scoliosi idiopatica è quella riscontrata negli adolescenti (per definizione dai 10 anni fino alla maturità scheletrica), ed è presente nel 3-5% di ragazzi con un’alta incidenza nelle femmine (rapporto 9 a 1). Si parla di scoliosi quando la curvatura supera i 10°.
Misurazione scoliosi di Cobb
Il metodo preferito di misurazione è il metodo Cobb: vengono tracciate due linee, una lungo il piatto superiore della vertebra limitante la curvatura superiormente e l’altra lungo il piatto inferiore della vertebra che limita la curva inferiormente. Da queste due linee si tracciono le rispettive perpendicolari e si calcola l’angolo così ottenuto. La maggior parte delle scoliosi si situa tra 5 e 30 gradi Cobb. Bambini con curvature tra i 20 e 30 gradi dovrebbero essere monitorati ogni 6 mesi, per curvature sopra i 50 gradi l’operazione è il trattamento raccomandato.
Cosa può fare il chiropratico?
Adam test, flessione anteriore
Il compito principale del Dottore in Chiropratica è quello di controllare la postura dei bambini e classificare la scoliosi così da riferire il paziente quando appropriato. Generalmente sono i genitori che si accorgono di asimmetrie nella schiena o nelle spalle dei loro bambini. Infatti, la lateralizzazione della colonna vertebrale è spesso accompagnata da una rotazione delle vertebre lungo l’asse longitudinale ed è proprio quest’ultima caratteristica che può provocare una deformazione costale con conseguente gobbo (la deformazione della gabbia toracica spinge alcune costole verso l’avanti da un lato e indietro dall’altro), scapola alata, clavicola più sporgente o una mammella più voluminosa.
Importante è verificare se la scoliosi è strutturale, come nel caso di anomalie congenite quindi fissa in tutte le posizioni, o funzionale, dove si osserva un riallineamento quando il paziente si trova in posizione prona. La scoliosi strutturale è una deformazione permanente e non è riducibile volontariamente.
Un esame radiologico può individuare malformazioni vertebrali, e può permettere la misurazione della scoliosi e valutare la rotazione vertebrale o la torsione pelvica.
La situazione che può beneficiare di trattamenti chiropratici è ovviamente la scoliosi funzionale, che può essere originata da dismetrie delle gambe o piedi, da torsioni del bacino o da disfunzioni articolari.
Nelle schiene scoliotiche si individuano sempre due tipi di curve: la curva o le curve principali (distintamente sono le curvature più fisse, più importanti e quindi più difficili da correggere) e la curva o le curve secondarie (quella seconda deviazione della colonna vertebrale che permette di mantenere la testa e lo sguardo orizzontale).
Le scoliosi possono inoltre essere definite per la forma, a “C” o a “S”, e per la locazione: cervico-dorsale, dorsale, dorso-lombare o lombare. La direzione è data dalla convessità della curva principale.
Quali sono le conseguenze della scoliosi?
Ovviamente l’asimmetria di distribuzione del carico della colonna vertebrale può provocare danni alle articolazioni, muscoli e legamenti e quindi dolori alla schiena e dolori artrosici. I dischi, soggetti ad alterazioni di pressione da un lato all’altro, vengono spinti verso la convessità, e a lungo andare possono essere soggetti a maggiori possibilità di degenerazione. Come già spiegato in precedenza, la deformità della gabbia toracica può diminuire la capacità di inspirazione massima.
Da non dimenticare l’aspetto estetico che può causare nell’adolescente problemi non indifferenti.
L’integrazione neuromuscolare
Ci sono tre sistemi di postura/equilibrio nel nostro corpo: il sistema vestibolare (l’orecchio), il sistema visivo (l’occhio) ed il sistema propriocettivo (la percezione del nostro corpo nello spazio attraverso recettori nelle articolazioni, soprattutto piedi, bacino e parte alta cervicale). C’è un’intensa comunicazione di informazioni tra questi sistemi ed il cervello. Se durante la crescita si verificano delle disfunzioni nell’integrazione neuromuscolare del bambino può succedere che le forze di torsione esercitate durante la camminata non siano bilanciate e ciò produce uno scoordinamento muscolare.
I muscoli rotatori della colonna vertebrale sono recettori meccanici che informano il cervello sulla giusta posizione di ogni singola vertebra. Se c’è una disfunzione nella loro stimolazione, il cervello non sarà più a conoscenza della rotazione che ha luogo a quel preciso livello. A questo seguirà un insuccesso ciclico del meccanismo di controllo di rotazione del tronco durante la deambulazione. Una lateralizzazione della schiena ne sarà il risultato.
Dobbiamo ricordare che il sistema neuromuscolare nei bambini è ancora immaturo e che una disorganizzazione degli impulsi dei sistemi di equilibrio può causare l’iniziale deformità per una futura scoliosi. Importante è dunque il gattonare (in inglese “cross crawl”) che permette l’integrazione e la comunicazione dei due emisferi cerebrali per una giusta coordinazione delle due parti del corpo.
Il Dottore in Chiropratica può controllare che non ci siano disfunzioni articolari, soprattutto nella parte alta cervicale, come nella zona lombo-sacrale, che possono causare una deviazione della schiena. Un rachide libero da tensioni e un sistema neuromuscolare organizzato e coordinato sono le fondamenta basilari per un ottimo sviluppo del bambino.
Esercizi mirati e simmetrici per il rinforzamento della muscolatura del rachide hanno dimostrato essere d’aiuto nella correzione e nella prevenzione di dolori legati alla scoliosi. Ci sono poche prove a favore di un intervento chirurgico per la correzione di tali curvature, vista la mancanza di dati a lungo termine.
Referenze:
Busscher I, Wapstra FH, Veldhuizen AG. Predicting growth and curve progression in the individual patient with adolescent idiopathic scoliosis: design of a prospective longitudinal cohort study. BMC Musculoskelet Disord. 2010 May 17;11:93.
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